Oggi è il 2 marzo e un decreto del Ministero della Salute obbliga tutti i centri sportivi e simili che stanno in Lombardia a rimanere chiusi. Per noi titolari dei suddetti centri è un doppio dispiacere: da un lato le quote associative perse, dall’altro l’idea di abbandonare gli allievi che tanto spesso vengono da noi per stare meglio.
Il problema è diffuso, a essere chiusi sono anche le scuole, i cinema, gli uffici hanno cambiato le regole di accoglienza dei propri dipendenti e delle persone che vengono da fuori, insomma è un pò come uscire dalla confort zone in cui tanto amiamo stare, e per far fronte a tutto questo, servono delle risorse.
Lo yoga ci insegna l’accettazione e soprattutto l’adattabilità, Stephen Hawking, grande matematico e fisico diceva che la vera intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento; così in questa fase tutti noi siamo chiamati allo sforzo di sostenere questo momento che cambia le nostre abitudini; al meglio delle nostre possibilità anche senza le classi yoga che frequentiamo costantemente dovremmo attingere a quelle risorse che possediamo.
Per questa ragione è importante ritagliarsi del tempo nell’arco della giornata per fermarsi, essere consapevoli di cosa stiamo facendo, come lo stiamo facendo, con quale stato dell’anima e anche con che tipo di postura fisica. Questa, che dovrebbe diventare un’attitudine, è una modalità di ascolto che può fare la differenza perchè alza la frequenza del nostro modo di vivere e ci permette di diventare esseri umani meno inclini al condizionamento generale, meno superficiali e più empatici.
Non è sempre facile, ma ora lo è un pò di più, perchè abbiamo più tempo e meno scuse per non farlo.
“Se una cosa la vuoi la strada la trovi. Se una cosa non la vuoi, una scusa la trovi”.
Le tecniche di pranayama, i piccoli esercizi di concentrazione, alcune semplici sequenze di asana da eseguire a casa sono le preziosissime risorse in grado di aiutarci a emergere da questi momenti bui e a evolvere verso dimensioni sempre più luminose, laddove i virus smettono di essere paurosi microrganismi e diventano eccezionali opportunità di cambiamento verso la consapevolezza assoluta.
1 RESPIRAZIONE SUL RITMO CARDIACO
Seduti in una posizione comoda portate le mani in grembo e, con il pollice destro, cercate sul polso sinistro il punto in cui si sentono le pulsazioni arteriose. Localizzato il punto concentratevi sulle pulsazioni e usatele per misurare i tempi per la respirazione. Inspirate per la durata di 2 -4 – 6 pulsazioni aumentandole gradualmente ogni volta; trattenete il respiro per 1 -2 -3 pulsazioni; espirare per la durata di 2 -4 – 6 pulsazioni. Ripetere l’esercizio per qualche minuto.
2 RESPIRO YOGICO
Seduti in una posizione comoda con la schiena ben eretta:
- Fate una espirazione di preparazione (serve per svuotare i polmoni e prepararsi all’esercizio)
- Inspirate profondamente (delicatamente fino al 70% della capacità polmonare)
- Espirate profondamente (lentamente e della durata doppia rispetto all’inspirazione fino allo svuotamento completo dei polmoni)
Eseguite per 5-10 minuti poi procedete cosi:
- Fate una espirazione di preparazione (serve per svuotare i polmoni e prepararsi al pranayama)
- Inspirate profondamente (delicatamente e fino al 70% della capacità polmonare)-
- Fate una pausa di ritenzione del respiro (per la durata di 3-5 secondi oppure ci si può basare sul ritmo del cuore contando 5 battiti)
- Espirate profondamente (lentamente e della durata doppia rispetto all’inspirazione fino allo svuotamento completo dei polmoni)
Eseguite per 5-10 minuti poi lasciate che il respiro torni spontaneo e regolare.
Thich Nhat Hanh insegna:
“ Un giorno mi trovavo davanti a un segnale stradale di STOP e lì ho praticato il respiro consapevole e anche il sorridere. Mi sono completamente fermato. Era come stare di fronte al Buddha che avesse fatto il segnale per dirci di fermarci. State respirando, siete lì, ma vi siete fermati completamente. E’ una cosa meravigliosa essere fermi. Fermandosi con questa modalità, la calma, la pace e di conseguenza la guarigione diventano possibili.
Quanto più continuate a correre, più diminuisce la pace. Fermarsi, calmarsi, pacificarsi è la precondizione per guardare in profondità. La meditazione è fatta di STOP. Fermarsi aiuta a riposare, a calmare, ad avere pace, a procurare le condizioni di base per guarire. Il guardare è qualcosa che potete fare facilmente, una volta che vi siete fermati.
Guardando nella natura della del vostro disagio, osservando la natura del vostro dolore, iniziate ad intuire, iniziate a comprendere. Questa comprensione vi dà sollievo dal dolore. E’ chiamata salvezza attraverso conoscenza, consapevolezza, comprensione: prajna. Prajnaparamita significa il tipo di comprensione che ci porta sull’altra riva, quella della non-sofferenza. [ … ]”